SEMPLICITA’ CORDIALITA’ UMILTA’ E SORRISO SEMPRE… LE CARATTERISTICHE PER DIVENTARE UN CAMPIONE AMATO DA TANTI.
Sotto i tre colli di Brisighella è stato consegnato ieri, nel tardo pomeriggio, il 21^ Trofeo Lorenzo Bandini, il primo pilota italiano a vincere, 50 anni fa, il primo GP al volante di una Ferrari, che poi perse la vita nel 1967 nel GP di Montecarlo.
Il vincitore dell’ ambito premio, Daniel Ricciardo, è arrivato verso le 15 in Elicottero accompagnato dalla sua famiglia. Dopo le prime battute sul palco allestito in piazza davanti al Duomo, il pilota di F1 della Red Bull, a piedi ha percorso il red carpet steso fino all’ingresso del Municipio tra due ali di folla, giornalisti e fotografi che lo acclamavano e applaudivano.
Alla conferenza stampa aperta ai soli giornalisti accreditati e alla consegna del premio, Daniel Ricciardo con la semplicità,cordialità e umiltà che lo contraddistinguono e sempre col sorriso sulle labbra, ha risposto a numerose domande sulla attuale stagione con la Red Bull e le passate in Toro Rosso. L’australiano ha confessato di essere molto onorato di aver vinto il Trofeo Bandini come era avvenuto in passato per tanti “Grandi” della F1. Ha ricordato con piacere l’esperienza vissuta con la Toro Rosso e i primi punti iridati guadagnati nel GP di casa con un nono posto, definendola un ottimo Team, una grande famiglia che ha sempre saputo metterlo a suo agio senza troppa pressione e che gli ha fatto fare molta esperienza. Ricciardo ha precisato che ad inizio stagione 2014 non era perfetto, ma gara dopo gara hanno impostato un buon lavoro e sono migliorati molto e questo permetterà loro di partire avvantaggiati nel 2015. La prima vittoria in Canada, che non scorderà mai, lo ha scioccato, perché non se l’aspettava, la seconda in Ungheria era un po’ più consapevole ma non troppo, nel GP di Spa di una settimana fa invece è riuscito a ragionare di più e a costruire il suo successo con più determinazione. A questo punto della stagione, Daniel Ricciardo ha collezionato 3 vittorie, più 3 podi e per ben 8 volte ha terminato la gara davanti al suo compagno di squadra Sebastian Vettel, il campione del mondo in carica, non male per una seconda guida appena arrivata nel Team. Stuzzicato dai giornalisti, Ricciardo ha ammesso senza remore che il secondo o terzo posto in classifica generale è uguale, è il primo che fa la differenza, potrebbero anche arrivare più avanti ma, vista la velocità delle Mercedes, solo se i suoi avversari commettessero degli errori potrebbero farcela. Chiamato a dare un giudizio sul nuovo acquisto della Toro Rosso per il 2015, Max Verstappen, Ricciardo non ha puntualizzato più di tanto, asserendo solo che secondo lui 17 anni sono pochi per debuttare in F1, ma il percorso da lui seguito fin ad ora è ben diverso da molti altri, quindi si vedrà. Ha concluso la carrellata di risposte, ricordando che quando era piccolo, su suggerimento del padre (di origine Italiana) era tifoso della Ferrari. Si augura di avere una lunga carriera in F1 e chissà magari potrebbe anche arrivare a sedere sulla “Rossa monoposto” di Maranello. Per quanto riguarda il prossimo GP di Monza, l’australiano ha raccontato di amare molto quel circuito per la velocità, e anche i risultati ottenuti con la Toro Rosso lo confermano, e quindi spera in un altro risultato da podio!
Diversi i momenti commoventi durante l’evento, uno con il fotografo Filippo di Mario, che deve il successo della sua particolare tecnica all’ispirazione che gli ha trasmesso il 7 volte campione del mondo Michael Shumacher in 10 anni di carriera. Di Mario, abbina alla fotografia la stampa su tela e il ritocco a pennello, creando delle vere e proprie opere d’arte. Il fotografo ha raccontato di aver sempre ammirato, del campione tedesco, la sua precisione, il suo modo di applicarsi e di chiedere sempre il massimo. “ Io non corro per correre soltanto o per partecipare. Voglio correre perché dentro di me sento questa forza che mi spinge ad affrontare la velocità e chiaramente voglio vincere. – aveva confessato una volta il campione della Ferrari a Di Mario – Quindi voglio dare sempre il massimo.”
Tra gli ospiti, per festeggiare il centenario della Maserati, anche Matteo Panini, delle famose figurine Panini che dalla loro nascita ad oggi hanno fatto 7 volte il giro del mondo per figurine stampate. Nel 1996, il padre di Matteo, soprannominato “Bietta” ricevette la visita di Stanguellini che gli disse che il Museo Maserati era in vendita. La notte stessa “Bietta” sognò suo fratello, da poco scomparso, che gli disse “Bietta va a to chi dù rotam!” e il giorno dopo pur non conoscendo nulla di auto, suo padre chiamò la Famiglia De Tomaso e gli disse che quello era un valore della sua città e non voleva che andasse perduto e comprò tutto! (Il Panini Motor Museum.com è visitabile al pubblico su prenotazione.)
La cerimonia di premiazione è stata condotta dall’Avv. Carlo Costa e da Ivan Epicoco, tra i premiati con una medaglia celebrativa l’ingegnere della Mercedes Aldo Costa, Franco Bobbiese , Stella Bruno, Federica Masolin e Antonio Boselli . Ospite dell’evento anche il Dottor Claudio Costa, “l’angelo custode dei piloti” e la sua mamma vedova di Checco Costa. La cerimonia si è conclusa con i protagonisti dell’evento e una splendida coreografia di colorati fuochi d’artificio.
Photo Gallery Maria Giulia Padovani